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Articolo di Eleonora Montesanti

Panico è il secondo lavoro della band romana laMalareputazione e si caratterizza per un’insolita dicotomia tra l’irrequietezza ermetica dei contenuti e la tranquilla semplicità melodica. Rock d’autore lineare, che emerge dagli anni Novanta e se li porta cuciti addosso, senza però quella rabbia e quella voglia di sperimentare e rompere gli schemi, probabilmente perché, in questi anni, non ce ne è più l’urgenza. Questo album, infatti, dal punto di vista prettamente musicale è molto (troppo) pulito, i riff delle chitarre sono ampi, ciclici, mai distorti, le sonorità sono classiche e morbide e, proprio per queste ragioni, poco incisive. Le dieci ballate che compongono il disco, però, racchiudono una grande potenzialità intellettuale nei testi. Si tratta di un concept album che racconta diverse situazioni sull’orlo del panico, in contraddizione con le forzature della routine e l’incapacità di avere sempre tutto sotto controllo.

L’emblema di questo equilibrio assai precario è La folle corsa, una canzone che invita alla riscoperta delle cose essenziali per resistere al vuoto causato dalla velocità a cui ci costringe la quotidianità. Sulla stessa linea è anche Ora che è semplice, il cui ritornello recita annulla tutto ciò che è utile e si risolve in un irresistibile gioco di attrazione tra due amanti, chiave di volta per annullare quei beni ritenuti indispensabili ma in realtà superflui.

Il lessico in generale è molto ricercato, denso di riferimenti culturali e storici, a tratti addirittura filosofici. Ci sono due brani, rispettivamente Il talento di Modigliani e Parigi, che sono veri e propri omaggi all’estro del pittore toscano. Il primo inneggia al suo talento, un talento così magnetico e affascinante da condizionare tutto quello che ha attorno e spogliare l’anima dei soggetti dipinti. Il secondo, invece, si riferisce al suo rapporto con la capitale francese (dove ha vissuto alcuni anni) e contrappone due fascini assoluti che si scontrano.
A proposito di scontri e prevaricazioni è necessario spendere due parole su Irene e il suo cavallo, il pezzo più accattivante contenuto in Panico e massimo rappresentante della poetica del gruppo, fatta di ricercatezza testuale, metafore, e melodie orecchiabili. Più precisamente questa canzone affronta in maniera molto raffinata il rapporto perverso tra pace (Irene in greco ha proprio questo significato) e guerra (il cavallo è da sempre simbolo di potere e di comando) e la loro incapacità di trovare una sintesi, un accordo per poter convivere, poiché tentano da sempre di dominarsi a vicenda.

Non mancano episodi più leggeri e immediati, come ad esempio Odio l’estate – un gioco di amanti in bilico tra attrazione e ricatto – e La parte più sana, canzone che chiude il disco con una risposta positiva su come salvare la componente sana di ogni individuo, tra sonorità rilassate ed ondeggianti. Anche Balla (la canzone della vita) somiglia molto ad una frizzante esortazione a ballare per lasciarsi andare e prendere tutto per come viene, ma, in realtà, cela un messaggio ben diverso: è la vita ci costringe a ballare e stare dietro i suoi passi di danza è l’unica scelta che abbiamo per non svanire.

In generale laMalareputazione ha fatto un discreto lavoro, non rivoluzionario, non d’impatto, ma non tutti i dischi devono esserlo per forza. C’è un’identità ben definita, tanta naturalità e nessuna forzatura, soprattutto dal punto di vista contenutistico; inoltre non mancano momenti volti a stimolare la curiosità di chi ascolta, e questo è sempre positivo.

Qui sotto il video di Balla (la canzone della vita), l’ultimo singolo estratto da Panico, che vede la brillante partecipazione di Francesco Paolantoni. La regia è di Antonella Sabatino.

Tracklist:

01)      Panico
02)      Balla (la canzone della vita)
03)      La folle corsa
04)      Ora che è semplice
05)      Odio l’estate
06)      Irene e il suo cavallo
07)      Conosco il tuo segreto
08)      Il talento di Modigliani
09)      Parigi
10)      La parte più sana